lunedì 15 giugno 2009

L'arena del plebeo moderno


"La forza delle idee si concretizza nell'arena della fattibilità. In quest'arena i gladiatori si scontrano con la paura del fallimento o con le motivazioni della vittoria. Non tutti potranno permettersi di alzare lo sguardo sul pollice verso della maggioranza pretoriana, ma colui che decide di risparmiare il debole suo pari, alla faccia dell'Imperatore, farà seguito tra il popolo eletto-re e diffonderà concretamente l'idea del giusto e del buono. Vai Luigi! Sei il nostro Massimo Decimo Meridio armato di Rete e speranze! W FB e il WWW!"

Ho riportato un mio commento scritto sul profilo di De Magistris e ne traggo spunti per una discussione più ampia.
[Tanto oggi sono in ferie (alleluia) e posso dedicarmi con calma e diletto a FB. :-)]

L'Impero romano è stato caratterizzato da pax, benessere e prosperità per lunghi periodi, soprattutto per i tanti romani di Roma, talvolta anche per i romani acquisiti sparsi nelle province conquistate. L'imperatore governava nel bene e nel male, talvolta da illuminato col favore e il rispetto del popolo, talvolta da despota senza controllo. Spesso riusciva a tenere a freno il popolo illuso, patrizio o ignorante con i Giochi nell'arena e gli spettacoli negli anfiteatri. Erano l'Amici e il Porta a Porta dell'antichità. Era la televisione frivola e la stampa "p-l-atinata" dell'epoca. Tutto sotto controllo o quasi dell'Augusto e dei suoi fedelissimi. Anche le notizie dal fronte, le informazioni sulla "politica" interna, le news sulla vita personale del Caesar.
Il sangue dei combattenti schiavi e/o degli animali, nonché le rappresentazioni tragiche di Seneca o le commedie di Plauto e Terenzio, serviva a purgare l'istinto primordiale delle belve umane in cattività, dell'essere senziente, povero e ignorante, che non amava le costrizioni di una società governata da un rappresentante non desiderato (il corrispettivo del non eletto odierno) e che non voleva sottostare a un sistema in cui non avesse voce.
La voce serviva solo per gridare vita o morte nelle arene, per osannare o criticare attori da palcoscenico.
L'Impero romano fu. Oggi per fortuna non è più. Arrivarono i cosiddetti Barbari e lo smantellarono a poco a poco. Storia di popoli in rivolta che volevano ciò che non possedevano. Mors tua vita mea.
L'imperatore fu, ma persiste ancora oggi in altre vesti e forme. Non è un Illuminato.
Il teatro e l'arena furono, ma persistono ancora oggi in altre vesti e forme.
L'intelletto e il buon senso vengono attualmente cannibalizzati dallo spettacolo moderno e osceno dei media controllati e dall'informazione manipolata.
Un Imperatore nuovo che dice tutto e il contrario di tutto. Lui non sottostà al giudizio di alcuno. E' al di sopra delle parti. Il suo giudizio è insindacabile e la sua voce verbo. Deve rendere conto solo al suo Dio, che nulla ha di sacro. Osserva i pretoriani che si battono per lui nelle varie aule giudiziare, che scrivono per lui le menzogne di Stato, che sollazzano il pubblico con tette e culi in bella mostra.
Osserva i gladiatori di sinistra battersi tra loro a suo uso e consumo. Si uccidono uno dopo l'altro e lui gode. Osserva la plebe in magnanima adorazione e se ne compiace. Se Poppea e Catilina non bastano, lui si cerca nuove giovani baccanti. L'imperatore persiste ancora oggi, in abiti firmati e ville patrizie sparse per l'Impero d'Italia.
Mi chiedo, dove stanno i Barbari di oggi? La stampa estera è ben poca roba.
Mi chiedo, quanti gladiatori oseranno rivoltarsi al pollice verso del Regnante Supremo? Di Pietro, Grillo, Santoro, De Magistris, ecc lo fanno. Non lasciamoli soli!
Tutti armati di tastiera e Rete per vincere e convincere i gladiatori che si sono arresi alla sconfitta e alla morte politica.
Ad maiora!