domenica 25 luglio 2010

Invictus o vinti?



Mignolen! Achtung, bitte! SPRECHEN SIE DEUTSCH? Nein!?
Ach ja, du bist eine kleine Italiener...

Ecco, ci risiamo. A cicli regolari, inevitabilmente si ripete. Una sensazionale, quanto incomprensibile strage di poveracci calpestati e uccisi dalla massa impazzita! I giornalisti si leccano i baffi! Gongolano di felicità repressa e finta preoccupazione. Dopo l'Heysel nel lontano '85 (39 morti), Sheffield nell'89 (96 persone), l'Arabia Saudita nel '90 (1426 persone!) e così via, oggi tocca a Duisburg, una città tedesca, forse maledetta, che ha richiesto l'ennesimo tributo sanguinoso (vedi la strage mafiosa prima e il sacrificio di oggi, prima del debutto della pagana Love Parade): ben 19 ragazzi son rimasti uccisi da un attacco di panico collettivo, cui ha contribuito a quanto pare la disarmante disorganizzazione tedesca. Se anche la Germania combina 'sti casini...
Se non ricordo male il flusso acquista velocità quando c'è un restringimento. Se tutto è bloccato si crea una pressione crescente. Quel tunnel non reggeva tutte quelle persone ed è successo il macello.
Quando troppi esseri umani vengono incanalati, stipati come sardine e fisicamente costretti in uno spazio ristretto, claustrofobico e afoso come non mai, il cervello se ne va in tilt e comincia a urlare insistentemente "Scappa!" in tutte le lingue del mondo. Per imitazione succede il patatrack. Aumentano pressione e febbre (non quelle da palco, più avanti, alla fine del tunnel) e l'unica certezza che emerge è che, insieme alle migliaia di persone che iniziano a scappare, gli uni sugli altri, ci scappa infine anche il morto. Anzi i morti. La corsa per la vita e l'amore, diventa una brutta maratona di cadaveri... Poveri sfortunati che non ce l'hanno fatta. In 19 son rimasti uccisi!
Tra i cadaveri, però, a quanto pare, ce n'è uno più importante: una sfortunata ragazza di 21 anni di Brescia. Probabilmente, di razza bianca, di brava famiglia e, sicuramente, perché l'ha detto la Farnesina, di nazionalità italiana (non padana). Quindi, per il semplice fatto d'esser italiana merita uno status speciale. Non è la prima volta, né sarà l'ultima, che un defunto, oggi semplicemente connazionale, mentre qualche settimana fa connazionale e famoso (penso a Tarricone e a tutti i servizi strappalacrime dei giorni successivi al suo sfortunato volo) acquisti uno status particolare ed emerga rispetto alla morte comune, banale o ignota e sconosciuta di altri poveracci indegni di finire sui media.
Se poi parliamo di un militare connazionale ucciso in missione, diventa "lassafaddio" automaticamente un eroe, anche se probabilmente ha contribuito direttamente o indirettamente all'uccisione di persone nella sua missione di "pace" e veniva per ciò retribuito con lo stipendio di tre ricercatori (italiani). Ma tornatevene tutti in patria a morire di anonima vecchiaia in santa pace!

Con tutto il rispetto per la famiglia, gli amici e i conoscenti di Pietro e con tutto il rispetto per la morte brutta e inspiegabile di Giulia, vorrei scrivere pacatamente che ne ho le scatole piene. Detto "papele papele": mi girano i cosiddetti gioielli ogniqualvolta sento i media che partono con la conta dei morti, spesso suddivisi per nazionalità. Odio vedere una notizia acquistare forza e pathos nei giorni successivi solo ed esclusivamente perché tra i morti c'è scappato un connazionale o gente "famosa"... La odio perché non si dà risalto ad altre notizie più importanti e meritevoli. Colpa dell'infotainement dettato da Minzolini e Fede, voluto dalla P2/P3? Forse sì.


Concludo. Muoiono quotidianamente innocenti in paesi di guerra, cinesi in miniera, africani per inedia. Muoiono indiani di malattia, giapponesi di solitudine, sudamericani di droga. Muoiono tutti, da sempre, in tutto il mondo. Un morto è doverosamente soltanto un morto. Niente più, niente meno. Non è la nazionalità a farne un morto migliore. Non è la spettacolarizzazione della sua morte a renderlo meno morto. Talvolta, il morto sarà importante e famoso e allora gli si dovrà rispetto se la sua vita è stata meritevole, l'oblio se non era che un pezzo di merda. Talvolta avrà senso parlare di una morte bianca o di una vera morte eroica, ma vi prego lasciate perdere il concetto di italianità solo per ricamare sulla notizia. Giornalisti, fatela finita! Muore l'Uomo, mai l'italiano. Se muore l'italiano è perché l'uomo non ha saputo evitare una guerra tra popoli.

Mignolo. Vieni qua che ti traduco quanto detto prima...