mercoledì 11 giugno 2008

Caro amico (di destra) ti scrivo... Che non mi diverto più.

Mignolo sto ponderando...
Dissotterra la lima, che presto dovremo combattere.
Sono incavolato nero. Tanto per cambiare... Sono disgustato, sconcertato e profondamente deluso dall'ignoranza di milioni di italiani. Ignoranza nel senso di ignorare, non sapere, non essere a conoscenza di... Stamani, come tutte le mattine, ho dedicato un po' del mio tempo alla lettura delle pagine sia dei quotidiani più importanti, sia dei vari blog di Grillo, Travaglio, Di Pietro e così via. Assaporo il mio solito caffé semidecaffeinato e concordo con quanto scritto da Beppe sull'ignoranza degli italiani.
Riporto testualmente dal suo ultimo post: "Sotto la superficie c’è l’italiano. Che tira a campare. Che non legge, non si informa, ed è, per dirlo con una bella parola, un ignorante. Sotto la superficie c’è sempre un veneto, un siciliano, un valdostano, non un cittadino italiano. La solidarietà si ferma alla porta della regione, del comune, del condominio. Sotto il fallimento dell’Italia, il suo fallimento economico, ma soprattutto morale e etico c’è l’italiano".
L'italiano non sa e pertanto continua a ripetere errori. Devo fare qualcosa pure io. Più che informare i miei 20 lettori (che ne sanno quanto e più del sottoscritto a riguardo), voglio aggiungere un'ulteriore testimonianza online e dare ulteriore risalto alla ormai tristemente famosa legge vergogna ad personas (di male in peggio), che San Silvio sta cercando di far passare come "utile" per il paese. Ma lo sapete che Berlusconi è sotto processo grazie o per colpa delle intercettazioni tra lui e l'ex direttore di Rai Fiction Saccà? Leggete il post di Travaglio: prove tecniche di fascismo. Ma come si fa a non vedere tutto ciò? Come si fa (come avete fatto?) a dare un voto a uno che parla di sicurezza e poi vuole togliere uno degli strumenti più utili per intercettare e scoprire i criminali? Giusto per togliersi dai guai di un altro processo. Uno che promette di salvare l'Alitalia con una cordata italiana e intanto fa fuggire l'unico compratore e ci obbliga a un decreto da 300 milioni di EUR incompatibile con le norme comunitarie. Siamo sotto schiaffo europeo. Via il rimanente 60% dell'ICI? Bene. Ma perché prendere i soldi da quelli destinati alle casse siciliane? Nucleare? Possiamo fare di meglio. Non sono contrario a priori, ma esistono alternative migliori e più sicure. Termovalorizzatori? Fanno male. Punto e basta. Tra i tanti post e articoli consiglio Monnezzopoli. Vergogna Veronesi (ti stimavo come ministro e oncologo)! Reato di immigrazione clandestina? No comment. Il problema di Fede e Rete 4? Ma sì che vuoi che sia... E poi in Italia abbiamo velenitaly, lo schifo sui vini, quello sulla sofisticazione degli alimenti, quello sulla moda, sulla sanità, quello delle mafie, finanche quello vaticano sui soldi alle scuole cattoliche private, ecc ecc ecc... Ovviamente non tutto è imputabile a Berlusconi, ma togliere oggi le intercettazioni non ci rende più sicuri.
Caro amico (di destra, centro e sinistra) italiano e ignorante e cara amica
(di destra, centro e sinistra) italiana e ignorante, fatevi un'opinione alternativa. Non siate come alcuni testimoni di Geova che parlano di creazione ed evoluzione, senza aver studiato un minimo di biologia e darwinismo... Non pendete solo dalle labbra del Berlusca, di Bossi o di Veltroni...
Il fascismo ha creato la propaganda in Italia. L'attuale propaganda sta riportando in auge il fascismo. Non scherzo. Attenti! Oggi il pacchetto sicurezza coi militari in campo a difendere gli interessi dello Stato e non del cittadino, domani magari l'annullamento totale della magistratura che lascia impuniti gli stolti e, dopodomani, magari l'inquadramento e la chiamata alle armi per provare a conquistare l'Etiopia (ci serve per segregarci tutti gli immigrati clandestini).
Anche io mi sento ignorante. Davvero. Ho l'impressione di non sapere nulla del mondo della destra. Dei vostri ideali. Delle vostre aspettative. Delle vostre fantasie. Vi chiedo: 1) dove posso trovare fatti e dati oggettivi positivi sul Governo di centro-destra? Non informazioni o notizie che lasciano il tempo che trovano, ma fatti e dati accertati? 2) Quali sono i vostri ideali e le vostre aspettative?
Interagiamo. Scambiamoci idee ed opinioni! Vi ringrazio fin d'ora per tutti i vostri commenti e le vostre dritte.

La bilancia pende molto dalla parte dell'ingiustizia.
Ci vuole un peso anche dall'altra parte.




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Postato sul suo blog da Di pietro. Fresco fresco. Lo riporto per intero, che merita... Bravo Antonio! Continua così! Sei l'unico che fa qualcosa di serio in parlamento.



Poco fa ho presentato, presso la Camera del Deputati, un'interpellanza urgente rivolta al Ministro della Giustizia Alfano in relazione al tema delle intercettazioni telefoniche. Riporto di seguito il rapporto stenografico dell'intervento:

"Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, noi del gruppo dell'Italia dei Valori abbiamo presentato questa interpellanza urgente, perché siamo tra quelli che pensano che le interpellanze si debbano presentare prima, non dopo che il fatto è accaduto, in quanto, dopo che il fatto è accaduto, si può solo piangere sul latte versato.
Dico ciò, perché ho già sentito dire nei corridoi o anche in affermazioni pubbliche da parte di rappresentanti del Governo frasi del tipo: «Non abbiamo ancora approvato niente, di che cosa vi lamentate?»
In realtà, noi non ci lamentiamo; noi interroghiamo e lo facciamo, perché ce lo consente il Regolamento della Camera dei deputati, laddove afferma e spiega che l'interpellanza va rivolta, per iscritto, ogni volta che un gruppo o un parlamentare vuole conoscere gli intendimenti della condotta del Governo. Noi vorremmo proprio conoscerne gli intendimenti e vorremmo una risposta nel merito, non il rinvio ad un giorno successivo a venerdì, perché, dopo tale data, il danno è fatto. Vorremmo, cioè, che si rifletta insieme nel merito e prima di adottare il provvedimento sul fatto se quest'ultimo serva al Paese o serva a chi.
L'interpellanza urgente che abbiamo presentato - lo ripeto - è volta a sapere se è vero o no che il Governo intende modificare le procedure per le intercettazioni telefoniche; se è vero o no che, modificando queste procedure, intende attenersi a ciò che formalmente, ufficialmente - non nel bar dietro l'angolo - ha riferito il Presidente del Consiglio, che è tale per 24 ore al giorno, non soltanto quando sta seduto a Palazzo Chigi o quando si trova all'associazione dei giovani industriali o quant'altro. Quando egli afferma di volere fare qualcosa come Presidente del Consiglio, le sue parole le prendiamo per oro colato (forse sbagliamo troppo quando pensiamo a questo Presidente del Consiglio).
Non era di sera tardi, ma di prima mattina, quando egli ha affermato testualmente che intende, al più presto, adottare un provvedimento, insieme al suo Governo, impegnando la sua maggioranza, per prevedere un divieto assoluto - non di commettere reati, non quello - ma di ordinare, eseguire e diffondere intercettazioni telefoniche, salvo che per inchieste riguardanti camorra, mafia, 'ndrangheta e terrorismo.
Cerchiamo di capire: il divieto assoluto riguarda l'ordinare, l'eseguire ed il diffondere intercettazioni telefoniche. Vorrei ricordare a me stesso (non posso certo ricordarlo al rappresentante del Governo che io conosco bene, perché abbiamo un passato insieme negli stessi uffici giudiziari di Milano e quindi sa quanto me - o io so per averlo appreso da lui - cosa sono) che le intercettazioni telefoniche sono testualmente un mezzo di ricerca della prova e sono strumenti che servono all'autorità giudiziaria per individuare - dice la legge - ed assicurare al processo elementi utili sui fatti che si riferiscono all'imputazione, alla punibilità e alla determinazione della pena. Pertanto, l'intercettazione telefonica è come il bisturi in sala operatoria, uno degli strumenti di cui il chirurgo ha bisogno per intervenire. E il chirurgo, in sala operatoria, ha bisogno di intervenire con il bisturi non solo, quando c'è una metastasi - ossia un'associazione criminale - ma anche quando c'è un intervento specifico che riguarda una grave malattia ossia un grave reato.
Mi permetta di pregarla, signor sottosegretario, di riferire al Presidente del Consiglio - dal momento che lei lo sa bene - che i reati associativi a cui lui si è riferito quali camorra, terrorismo, 'ndrangheta e mafia sono reati che intanto hanno ragion d'essere, intanto possono essere scoperti, in tanto possono essere contestati, in quanto, a monte o a valle, esistono dei reati specifici che vengono commessi. Ossia una associazione si organizza per commettere tutta una serie di reati.
Allora, quando il pubblico ministero vede una sparatoria e ci scappa il morto, come fa a sapere che quel morto è stato sparato, perché dietro c'era un marito tradito e non un'associazione a delinquere di tipo criminale, se non fa le indagini per saperlo?
Ogni reato, ogni associazione a delinquere ha bisogno, per poter vivere, di una serie di reati che vengono commessi e l'associazione a delinquere è il risultato di un'indagine. Solo a seguito di una serie di investigazioni, che si fanno su una serie di reati commessi dalle stesse persone, in associazione tra di loro, si può dire che c'è l'associazione a delinquere.
Insomma, lei mi insegna che l'associazione a delinquere è il momento finale di un accertamento istruttorio, non il momento iniziale. E se è il momento finale di un accertamento istruttorio, come faccio a fare le indagini, se uno dei mezzi fondamentali della prova per accertare il reato per cui, poi, posso contestare l'associazione a delinquere, l'intercettazione telefonica, mi viene tolto?
Ecco perché interveniamo prima: per cercare di invitare alla ragione chi sta adottando questo provvedimento. Non può essere questa la ragione! Non si possono limitare le intercettazioni ai soli reati associativi; bisogna, invece, prevederle per tutta quella serie di reati gravi già previsti dall'articolo 266 del codice di procedura penale. Esso non dice che si può procedere a intercettazioni nei confronti di tutti i reati, ma per i delitti non colposi (per quelli per i quali è previsto l'ergastolo, naturalmente, ma anche per quelli con pena superiore a cinque anni), per i delitti contro la pubblica amministrazione (come la corruzione e la concussione, per i quali si vorrebbe eliminare la possibilità di utilizzare le intercettazioni), per i delitti concernenti sostanze stupefacenti e psicotrope, per i delitti concernenti le armi e le sostanze esplosive, per i delitti di contrabbando e anche per i reati di ingiuria, minacce e molestie a mezzo telefono. Come faccio a scoprirli, se non faccio le intercettazioni?
Insomma, la norma già adesso fornisce dei precisi parametri e paletti di riferimento. Ci sono dei delitti che possono essere commessi da singoli o da associati, ma sono gravi e così tanto gravi che è bene che tra i mezzi istruttori siano permesse anche le intercettazioni.
Le garanzie affinché esse vengano fatte nel rispetto della legge sono già previste adesso dalla stessa, perché si prevede come presupposto, primo, che vi sia un'assoluta indispensabilità per le indagini; secondo, che vi sia la sussistenza di gravi indizi circa il reato commesso.
C'è già un giudice, un organo di garanzia che valida tutto questo. Diciamo subito le cose come stanno: chiediamo formalmente, adesso e prima del tempo, che, nell'intendimento del Governo, che dovrà esprimersi nei prossimi giorni, vi sia un ripensamento operoso rispetto all'azzardata e avventata affermazione fatta dal Presidente del Consiglio, che vuole eliminare le intercettazioni in questi casi."

"
Le giustificazioni addotte, così come le ha addotte il Ministro della giustizia, non un passante al bar, non ci soddisfano affatto. Il Ministro della giustizia formalmente, in Commissione parlamentare e nelle aule del Consiglio superiore, presso l'Associazione nazionale magistrati ha giustificato questo provvedimento con il fatto che le intercettazioni costano troppo.
Non costavano troppo i polmoni espiantati alla clinica «Santa Rita» in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)? Sono stati scoperti grazie alle intercettazioni! È più importante far risparmiare lo Stato, non rubando in una clinica privata come quella, o far risparmiare lo Stato, spendendo qualche soldo a favore delle intercettazioni per scoprirlo?
Vorrei ricordare che giacciono depositati negli uffici postali e nelle banche oltre un miliardo e seicento milioni di proventi di reati, confiscati. Questi soldi ci sono e possono servire per far funzionare la giustizia. Non si riducono i fondi e i mezzi per combattere il crimine; si deve ridurre il crimine e si devono utilizzare i fondi provenienti dal crimine per aumentare le risorse a favore della giustizia, per aumentarne l'efficienza.
Si dice: ma costano troppo, e in modo sperequato fra vari tribunali. Bene: fate una gara unica per il miglior offerente su tutto, intervenite sulle modalità tecniche, ma non eliminate il mezzo! Se un bisturi costa di più rispetto a un altro, in una sala operatoria non si elimina il bisturi, si va a cercare chi lo offre a meno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
Si dice: troppe persone sono intercettate. Innanzitutto è un falso storico, che troppe persone sono intercettate: l'Italia è il Paese d'Europa e del mondo dove vigono le migliori e le maggiori garanzie per un'intercettazione, che viene fatta con la garanzia di un giudice terzo che le controlla. Negli altri Paesi ci sono poche intercettazioni classificate come intercettazioni della magistratura, perché molte altre strutture realizzano le intercettazioni. Chi sa qualcosa del progetto Echelon, realizzato negli anni passati e nei decenni passati dagli Stati Uniti, sa bene che tutta l'Europa era intercettata. Chi sa come funzionano i satelliti sopra di noi, sa bene come funzionano le intercettazioni: ognuno di noi è in ogni momento sezionato da organismi che non conosciamo; e su questo, che viene fatto sotto il controllo della magistratura, in modo trasparente, dicono che ci sono troppe persone intercettate.
Certo, si dice che ci sono troppi abusi nelle comunicazioni sui giornali. Ed ecco la proposta che noi vi consigliamo, vi facciamo, vi lasciamo, vi depositiamo. Non v'è dubbio che c'è un insieme di intercettazioni che sono utili alle indagini, e un insieme di intercettazioni che sono inutili alle indagini, perché anche due delinquenti parlano di cose che non c'entrano niente con la delinquenza, e anche due persone normali possono rimanere coinvolte. La nostra proposta è questa: fate in modo che ci sia un'udienza specifica e diretta fra le parti interessate in cui, in modo anticipato rispetto ai canoni attuali, il pubblico ministero e il difensore della parte scelgono quali sono le intercettazioni di cui si vogliono avvalere. Quanto alle altre, qualcuno ne propone la distruzione: credo che sia bene prima disporne piuttosto l'acquisizione in un luogo riservato presso il tribunale o presso la corte d'appello, fino a quando non finisce il processo, perché ci può sempre scappare la novità, che può sempre essere utile. Credo quindi che questo problema può essere risolto nel merito, facendo in modo che non ci sia la disponibilità delle parti e tra le parti di quelle intercettazioni che non servono ai fini del processo.
Lo dico a lei, rappresentante del Governo, già magistrato: lei sa meglio di me che questa accusa generalizzata, per cui ogni intercettazione che viene pubblicata è colpa del magistrato, è un'accusa infondata, falsa e calunniosa! Ci può essere anche qualche magistrato che non fa il suo dovere, e su questo va perseguito, ma la maggior parte, la quasi totalità, oserei dire la totalità dei casi delle intercettazioni che vanno a finire sui giornali vengono pubblicate il giorno dopo in cui sono depositate a disposizione delle parti, e ne prendono conoscenza gli avvocati, gli interessati, mille altri soggetti!
Quindi questa criminalizzazione, come se la colpa fosse dei magistrati e solo di essi, non ci sta bene. E comunque sia, si punisca chi viola la legge, ma non si tolga l'arma, una delle armi fondamentali, che è quella di combattere il crimine con le intercettazioni; né si dica, alla fine: basta con le intercettazioni, si ritorna alle indagini come un tempo. Ma lei che ha i capelli bianchi come me, un tempo come facevamo le indagini? Avevamo la lente di ingrandimento? Le indagini come si fanno, se non con i mezzi di ricerca della prova, le intercettazioni, le perquisizioni, i sequestri, le acquisizioni di documenti, gli interrogatori, le assunzioni di informazioni testimoniali, le testimonianze? Insomma, come vuole che si facciano, quali sono questi mezzi che usava una volta Sherlock Holmes per trovare la prova? Ma come sono fatti questi mezzi?
Ieri ancora un rappresentante del Governo ha detto: per esempio, alla clinica Santa Rita non c'era bisogno di fare le intercettazioni, bastava leggere le cartelle cliniche. Ma lei, che ha fatto il mio mestiere, ha mai visto scritto, su una cartella clinica o su un documento: io ho commesso questo reato? Sulla cartella clinica dovrebbe essere scritto: dovevo togliere un foruncolo, le ho tolto un seno: ma non scrivo così, scrivo che un seno è malato! La prova di un reato commesso, vale a dire scrivere una cosa rispetto a un'altra, diventa la prova della non commissione del reato! Stiamo coi piedi per terra, e lasciamo fare a ciascuno il proprio mestiere. In conclusione, noi chiediamo formalmente e per tempo che il Governo ci dica cosa intenda fare esattamente, e ce lo dica oggi, nel merito: se intende ridurre le intercettazioni solo a particolari tipi di reati rispetto a quelli previsti attualmente; se intende addirittura vietare la pubblicazione di quelle che sono messe a disposizione delle parti, sulle quali è bene che i cittadini sappiano subito come stanno i fatti, perché all'opinione pubblica interessa sapere oggi che succedeva alla clinica Santa Rita, non fra dieci anni, quando il processo sarà finito: bisogna sapere oggi che cosa sta succedendo, perché siamo in una democrazia diretta!.
Domandiamo inoltre al Governo cosa intenda fare per aumentare le spese a favore della giustizia: in questo senso noi proponiamo formalmente che provveda all'acquisizione immediata di quei 1.600 milioni di euro che sono depositati presso le banche e gli uffici postali con un capitolo di bilancio da mettere esclusivamente a disposizione per le esigenze della giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)."

Anonimo ha detto...

Pubblico il testo dell'intevento di Marco Travaglio.

"Buongiorno a tutti, c’è una parola molto usurata, molto abusata, che ormai semina noi attorno a sé quando qualcuno ne parla. È l’espressione “conflitto di interessi”. Dico subito che bisognerebbe cambiarne il nome. Bisognerebbe chiamarla Pippo, Giuseppe o Giovanni, come ci viene in mente. L’importante è riaccendere l’attenzione delle persone su questo concetto che è diventato noiosissimo e impronunciabile. Chi è di sinistra non ne può più sentir parlare, perché i suoi rappresentanti tradendo il mandato popolare, non lo hanno mai risolto per legge, anzi, lo hanno moltiplicato creando i propri conflitti di interessi. Vedi caso Unipol. Nel centro-destra, appena uno sente parlare del conflitto di interessi dice: “ecco, è arrivato un comunista che ce l’ha con Berlusconi”. Come se il confitto di interessi fosse solo quello delle televisioni di Silvio Berlusconi. Che è il più grosso, ma non è l’unico. E quindi anche il conflitto di interessi che riguarda le dimensioni del campo dove poi destra e sinistra devono giocare la partita, cioè riguarda le regole, è diventato una sorta di guerra politica. Una guerra tra bande per cui è un po’ come quando uno parla di giustizia. Si dice: “ecco, questo è uno di sinistra!”. In realtà parlare di giustizia non è né di destra, né di sinistra. Sono questioni pre-politiche che attengono alle regole. Quindi cambiarne il nome per ridargli sostanza, per ridargli senso. Se ci fosse opposizione politica in Italia, purtroppo non ce la abbiamo, salvo Di Pietro e pochissimi altri, avrebbe un’autostrada di fronte a sé. Perché tutto quello che ha iniziato a fare il governo Berlusconi rientra sotto il capitolo del conflitto di interessi e la gente lo capirebbe benissimo, spiegandole alcune cose. Perché tutti i provvedimenti che vengono presi in materia di sicurezza, legalità e giustizia sono frenati dal fatto che Berlusconi non può far funzionare la giustizia. Quindi non può dare sicurezza ai cittadini, perché, come è noto, se la giustizia funzionasse lui sarebbe rovinato. Quindi continua a far finta di far funzionare la giustizia. In realtà non lo può fare, quindi continua a sfasciarla. Se l’opposizione esistesse e fosse capace di parlare ai cittadini, soprattutto ai cittadini che hanno votato per Berlusconi, potrebbe far loro capire. “Ecco vedete, volevate sicurezza? Avete scelto le persone sbagliate.” Poi magari erano sbagliate anche le altre. Comunque, più sbagliate di queste, era difficile.
Si potrebbe fare un piccolo riassunto per incominciare a raccontare questo conflitto di interessi, o meglio, chiamiamolo Pippo.
C’era una volta un signore che nel 1994 aveva le sue aziende sotto inchiesta, come tutte le grandi aziende italiane. Soltanto che le altre aziende italiane, rassegnate al fatto che avendo pagato tangenti dovevano comunque renderne conto, andavano dal magistrato, confessavano, patteggiavano, restituivano. Cercavano di sistemare le loro cose, senza strappi. Una di queste aziende aveva un proprietario il quale non ci voleva stare a fare una confessione. Perché non ci voleva stare? Perché avrebbe dovuto confessare troppo, più delle altre. Non solo le tangenti ai partiti. Avrebbe dovuto confessare anche rapporti con la mafia e corruzione di giudici.

Corruzione di giudici per comprare sentenze che dessero ragione a lui che aveva torto e torto alle controparti che avevano ragione. Stiamo parlando di reati talmente gravi che era impossibile confessare e rimanere nel mercato. Persino in un mercato bacato come quello del capitalismo italiano. Quindi optò per la seconda soluzione. Salvarsi dai processi entrando in politica. Infatti disse a Montanelli, a Biagi, entro in politica per non finire in galera e non fallire per debiti. Devo dire che ha mantenuto entrambe le promesse. Questo è il vero contratto con gli italiani. Questo è stato rigorosamente mantenuto. Infatti, 15 anni dopo non è ancora andato in galera e non è ancora fallito per debiti. Anzi, i debiti li ha scaricati sul mercato, cosiddetto, quotando in borsa le sue aziende e nel frattempo ha fatto un sacco di soldi grazie a una serie di leggi innumerevoli. Ma il conflitto di interessi era appunto quello che all’inizio era chiaro. Può una persona che ha le aziende sotto inchiesta andare in politica e sfasciare la giustizia per evitare che le sue aziende, oltre che sotto inchiesta, finiscano anche condannate? Nel ’94 sembrava impossibile, oggi è cronaca quotidiana. Oggi si da per scontato: “certo, sta lì! Di che cosa dovrebbe occuparsi se non delle sue aziende e degli affari suoi. Mica dei nostri, no?”. Ci sono molte persone che lo danno per scontato, senza rendersi conto che loro non fanno parte di quelle aziende quindi apparterrebbero a quelli che hanno interessi opposti. È appunto il conflitto di interessi. O Pippo.
Nel ’94 capitò subito un incidente. C’erano un paio di indagini su suo fratello. Glielo arrestarono, il fratello Paolo, quello che va sempre in carcere al posto suo. E il fratello confessò dicendo che aveva fatto tutto lui per certe tangenti della Cariplo. Poi Berlusconi vinse le elezioni e venne fuori un maggiore della Guardia di Finanza che raccontò che il suo capo pattuglia gli aveva offerto un pezzo di una tangente che aveva appena incassato da una società del Gruppo Fininvest. E lui, giovane integerrimo, o forse solo inesperto, rifiutò quel pezzo di tangente e andò a denunciare il suo capo ai suoi superiori e a Di Pietro. Nacque l’indagine sulla corruzione della GdF e si scoprì che molte verifiche fiscali erano addomesticate da tangenti. Furono arrestati un centinaio di ufficiali e sottoufficiali della GdF e coinvolti 500 piccole e grandi aziende soltanto nella zona di Milano. Una di queste 500, anzi tre di queste 500 erano tre società della Fininvest. Le altre confessarono e patteggiarono, le tre della Fininvest non poterono perché il loro proprietario era presidente del Consiglio. E allora il presidente del Consiglio cominciò a lavorare, dato che gli stavano per arrestare il solito fratello e il pagatore, dirigente pagatore della Fininvest Salvatore Sciascia, lui decise di fare un decreto, il decreto Biondi, per impedire ai giudici di arrestare le persone per reati di corruzione e di tangentopoli. Il pool di Milano si dimise pubblicamente dalle indagini su tangentopoli perché disse: “potremo arrestare ancora i ladri di polli, ma non più i ladri di stato. È ingiusto. È una cosa che ripugna alla nostra coscienza e al nostro senso di equità”. Fortunatamente la Lega e AN, non ridotte ancora a protesi, a badanti del Cavaliere, lo costrinsero a tornare indietro rispetto a quel decreto, che fu ritirato. Infatti, suo fratello finì in galera, finì in galera anche Sciascia. Confessarono anche colpe che non erano loro, tanto poi che il fratello fu prosciolto perché si disse che l’autorizzazione non l’aveva data lui a pagare la GdF, ma l’aveva data il fratello maggiore.
Cadde il primo governo. Arrivò il centro-sinistra, che per cinque anni fece tutto ciò che Berlusconi chiedeva in materia di giustizia. Prodi aveva un ottimo programma elettorale scritto dal ministro Flick. Giustizia più efficiente. Leggi anti corruzione, anti mafia, ecc. Non gliene fecero passare una. In Parlamento i PDS e popolari, D’Alema e Marini, si misero d’accordo con Berlusconi e approvarono tutte le leggi che erano previste nel programma di Previti, che aveva perso le elezioni. Pazienza. Leggi che mandavano in prescrizione i processi, che buttavano via le prove, che costringevano i giudici a rifare i processi daccapo cambiando le regole nel corso della partita. Leggi contro i pentiti, leggi contro i testimoni, leggi contro i poteri dei magistrati. Leggi che hanno sfasciato per cinque anni la giustizia rallentandola ulteriormente e producendo migliaia di nuove prescrizioni. Erano le famose “leggi ad personas” nel senso che all’epoca ce n’erano a centinaia di “personas” da salvare. Erano tutti gli indagati di tangentopoli che stavano per essere condannati.
Nel frattempo si fece la Bicamerale, idea geniale di Massimo D’Alema, per mettere proprio nella Costituzione che i giudici devono essere meno indipendenti e meno autonomi dalla politica. E aggiunse tutta una serie, grazie alle bozze Boato, di interferenze del potere politico dentro la magistratura. Poi alla fine della legislatura Berlusconi gli fece pure saltare la bicamerale, perché dargli pure la soddisfazione di firmare una legge costituzionale quando ormai aveva ottenuto in Parlamento tutto quello che voleva, non gli avevano nemmeno fatto la legge contro il conflitto di interessi, nemmeno la legge antitrust sulle televisioni. Quindi all’ultimo momento fece saltare il banco e lasciò D’Alema con il cerino.
Perché lui è così. I capi dell’opposizione li attira. Come la mantide religiosa. Li attira, ci fa un scopatine e poi se li mangia. Ha fatto così con D’Alema negli anni ’90, adesso sta facendo la stessa cosa con Veltroni, che praticamente è già stato mangiato e digerito.
Dopo quei cinque anni di disastro del centro-sinistra sui temi della giustizia, perché poi Prodi sull’economia aveva fatto bene, aveva anche portato l’Italia in Europa, infatti l’hanno subito mandato via per sostituirlo con D’Alema, poi con Amato. Berlusconi aveva già la vittoria in pugno e fu la legislatura dei cinque anni famosi durante i quali non ha avuto tempo di fare altro, se non leggi in materia di suoi processi. È il trionfo del conflitto di interessi esattamente come la legislatura precedente. Solo che nella legislatura precedente era il centro-sinistra che gli faceva i favori, stavolta era lui che se li faceva da solo.
Fu una legislatura che, a parte la legge antifumo e la legge sulla patente a punti, credo che il grosso delle leggi riguardassero i processi e le televisioni del Cavaliere. Ma era difficile far capire alla gente che quelle leggi erano un danno per tutti i cittadini. Perché erano talmente ritagliate sul suo caso, che soltanto alcune andavano a danno di altri. Quindi, in quel periodo era più difficile far capire il conflitto di interessi. Passò la legge sul falso in bilancio, di fatto depenalizzato, la legge sulle rogatorie – che dovevano essere cestinate tutte quante, perché mancava il timbro, il numero, la cosa – poi, per fortuna, era scritta coi piedi quella legge, contravveniva tutte le prassi e i trattati internazionali quindi fu di fatto disapplicata dai tribunali. Nessun tribunale l’ha mai applicata. Quindi non funzionò. Passò la legge che doveva facilitare lo spostamento dei processi, la legge Cirami. Ma anche quella non bastò, perché bisognava dimostrare che tutto il tribunale di Milano, 300 giudici, era infestato di toghe rosse. Dato che lì Berlusconi l’hanno sempre prescritto o in qualche piccolo caso assolto per insufficienza di prove, proprio tutto si poteva dire tranne che i giudici milanesi fossero prevenuti. Anzi, forse sono prevenuti al contrario, a suo favore. E quindi il processo rimase a Milano e non andò a Brescia. E quindi lui si inventò il Lodo Meccanico Schifani, che ovviamente essendo opera materiale di Schifani era anche quello scritto coi piedi – era di Schifani – e quindi fu immediatamente fulminato dalla Corte Costituzionale. Quindi il processo restò sospeso sei mesi, poi riprese. Fu lì che venne varata una legge devastante, non solo per i processi a Berlusconi, che uno potrebbe dire: “non me ne importa perché tanto sono amico suo!”. No, anche per i processi a carico degli altri delinquenti. Furono di fatto dimezzati i tempi della prescrizione. Quindi, mentre il Parlamento continuava ad allungare i tempi dei processi, la prescrizione – che di solito deve essere commisurata ai tempi dei processi, perché sennò scatta prima che arrivi la sentenza – bene, la prescrizione fu immediatamente dimezzata. Processi lunghi, prescrizione dimezzata. Risultato: tutte le sentenze di condanna si convertono in sentenze di prescrizione. E abbiamo pure gente impunita che se ne va in giro a dire: “mi hanno assolto perché sono innocente, sono una vittima di errori giudiziari, voglio il risarcimento!”. In realtà erano dei prescritti sfottuti, cioè degli impuniti, della gente che l’ha fatta franca. È la legge ex-Cirielli, talmente indecente, che Cirielli, che era un senatore di AN, quando ha visto come gliela avevano snaturata con gli emendamenti salva Berlusconi e salva Previti, rifiutò di prestarle il nome. Per cui ritirò la firma e non si trovò più nessuno che volesse chiamarla col suo nome e la dovettero chiamare ex-Cirielli. Alla memoria. Quella, disse il ministro Castelli, avrebbe prodotto decine di migliaia di prescrizioni in più rispetto all’anno prima. E infatti, da allora si prescrive quasi tutto. I tribunali sono ormai uffici dove entrano vagonate di carta ed escono vagonate di carta senza che succeda niente, un po’ come la macchina per tritare l’acqua.
Quella legge passò. Berlusconi e Previti ottennero ovviamente dei benefici, anche perché in quella legge era scritto che chi ha più di settant’anni non finisce più in carcere. A parte Provenzano e i mafiosi. E infatti Previti fu di lì a poco condannato e avendo compiuto settant’anni beneficiò di questa specie di regalo di compleanno che gli avevano fatto e non entrò più in galera, andò agli arresti domiciliari. E poi gli fecero un altro regalo, che arriva fra un minuto. Ma intanto la legislatura si concluse con la legge Pecorella. Perché a Berlusconi era rimasto soltanto il processo in appello dello SME-Ariosto. E allora, dato che era preoccupato, aveva lì l’avvocato in parlamento, Pecorella, che non faceva niente, gli ha fatto una legge, che proponeva da tempo, per abolire i processi d’appello. Non tutti però. Soltanto quando uno viene assolto o prescritto in primo grado, il pubblico ministero non può più fare appello. Se invece uno viene condannato in primo grado, l’appello lo può fare. Ad libitum. “Non hai vinto. Ritenta. Sarai più fortunato la prossima volta”. Perché la giustizia serve ovviamente per garantire assoluzione e prescrizioni, non per garantire la condanna dei colpevoli. Nella loro ottica: conflitto di interessi. Pippo.
Anche quella legge faceva schifo. Loro la rifecero uguale. Non ebbero il tempo materiale, perché stava finendo la legislatura. Prorogarono di un mese la legislatura per fare la legge che aboliva il processo d’appello a Berlusconi dopodichè la Corte Costituzionale ha fatto giustizia e ha cestinato anche la legge Pecorella.
Finita la legislatura Berlusconi ha naturalmente perso le elezioni perché si era fatto i cazzi suoi per cinque anni. E qualcuno che non aveva proprio gli occhi foderati lo si è trovato alle urne. E quindi ha perso le elezioni, seppure di poco.
Dopodichè è arrivato il centro-sinistra e ha continuato a fare esattamente ciò che faceva nel passato. A dargliele tutte vinte e ad occuparsi degli affari suoi, del capo dell’opposizione, invece di occuparsi degli affari dei cittadini. E quindi c’era subito un problema: Previti condannato a sette anni e mezzo, ne aveva già scontato uno e qualcosa. Con la legge ex-Cirielli lo presero dal carcere, lo mandarono ai domiciliari. Doveva rimanere lì almeno tre anni su sei rimasti. Che cosa hanno fatto? I tre anni di domiciliari glieli hanno abbonati con l’indulto. Potevano fare un indulto di un anno? Sarebbe stato giusto. Alleviava un po’ il sovraffollamento delle carceri, liberava dieci, quindicimila detenuti, teneva dentro i criminali grossi. E soprattutto era un piccolo sconto di pena. Un anno. Bene, l’hanno fatto di tre anni mandando fuori quaranta, forse cinquantamila criminali in pochi mesi, compresi quelli che erano in custodia cautelare, perché ne dovevano salvare uno: Previti.
Naturalmente in quel momento il centro-sinistra ha cominciato a colare a picco e non si è più rialzato. E io ricordo quando io sull’Unità, Beppe Grillo sul blog, Flores D’Arcais, l’Unità di Furio Colombo e di Padellaro che continuavano a dire “non fatelo, non fatelo. Questo indulto è un disastro. Fatelo più leggero. Non salvato Previti. Guardate che gli effetti saranno devastanti”. Ci siamo presi insulti: forcaioli, giustizialisti, mascalzoni. Risultato finale: chi ha fatto quell’indulto seguito poi dalla legge Mastella liberticida per la libertà di informazione, per fortuna passata solo alla Camera, è stato punito alle urne. Ed è ritornato Berlusconi. Che, naturalmente, cosa doveva fare? Le riforme istituzionali? Il dialogo per un nuovo stato, per una nuova repubblica? Questo se lo può raccontare la sera andando a dormire Veltroni, da solo o assieme alla Finocchiaro e a quei pochi gonzi che avevano creduto al dialogo col Cavaliere ormai trasformato in uno statista.
Naturalmente il Cavaliere che problemi aveva? Aveva i soliti problemi. L’Europa e la Corte Costituzionale italiana e forse anche i Consiglio di Stato che gli dicono di cedere le frequenze a chi ne ha diritto e mandare Rete4 sul satellite o venderla. E quindi, primo provvedimento: salva Rete4. secondo problema. Un processo che sta arrivando a sentenza entro l’estate: il processo Mills. Guardate, non è un processo che nasce dalla perfidia delle toghe rosse. Quello è un processo che nasce dal fatto che un giorno l’avvocato Mills, già consulente della Fininvest per la finanza estera, inglese, scrive una lettera al suo commercialista, Bob Drennan. Gli dice: “guarda che mister B. – che sarebbe il nostro presidente del Consiglio – mi ha fatto avere in Svizzera, tramite un suo dirigente, Bernasconi che poi è morto – seicentomila dollari. Me li ha fatti avere in nero, perché quelli sono un regalo in cambio delle mie testimonianze reticenti davanti al tribunale di Milano. Quando sono stato chiamato a testimoniare contro di lui, su di lui, nel processo delle mazzette alla GdF e nel processo dei fondi neri di All Iberian, io non è che proprio ho mentito. Ho fatto lo slalom, ho fatto lo zig zag. Non ho detto tutto quello che sapevo, e l’ho tenuto fuori – dice testualmente Milss al suo commercialista – da un mare di guai”. Questo, in Italia, ma anche in Italia e anche in Inghilterra, si chiama falsa testimonianza perché ha giurato di dire tutta la verità. E se uno in cambio di una falsa testimonianza poi prende dei soldi questa si chiama corruzione giudiziaria del testimone. Perché se corrompi un testimone che deve parlare di te, o lo ricompensi dopo che non ha parlato di te, vuol dire che tu ti sei comprato il processo. Cioè hai fatto in modo che un colpevole venisse assolto mentre era colpevole e meritava un condanna. Quindi, perché noi sappiamo di questa lettera? In fondo è una lettera privata di un cliente a un suo commercialista, direbbe un italiano nella sua mentalità italiana. Attenzione. Qui siamo a Londra. A Londra, il commercialista Drennan, tenuto a regole di comportamento etico strettissime, con un codice deontologico severissimo, letta quella lettera dice: “qui c’è puzza di mazzette. Qui c’è puzza di evasione fiscale”. Che cosa fa? Copre il suo cliente? Ma manco per sogno. Lo denuncia al fisco inglese. Pensate, il commercialista di Mills, pagato da Mills, denuncia Mills al fisco inglese. Parte l’indagine e le carte vengono trasmesse al tribunale di Milano per i reati commessi da quello che gli ha dato i soldi. Secondo Mills, e cioè mister B. Abbiamo quindi la confessione di un ex-consulente della Fininvest. È questo che innesca il processo. Non le toghe rosse… Naturalmente poi Mills, quando scopre che gli hanno trovato la lettera si precipita a Milano, prima dice che è vera, poi smentisce, poi ritratta, poi ritratta la ritrattazione. Ma insomma, fa fede quello che hai scritto quando pensavi che nessuno ti leggesse. A parte il tuo commercialista. Su questo si basa il processo Mills. E alla vigilia della sentenza, Berlusconi teme, sapendo ovviamente di avere fatto quello che ha fatto, una condanna non perché il giudice è rosso, ma perché c’è la lettera di Mills che lo incastra. Oltre al versamento. E quindi cosa fa? Ancora una volta è costretto a difendersi per legge. Anziché nel processo, cioè in aula, lui si difende dal processo stando in un’altra aula, quella del Parlamento, dove ha scritto una lettera al suo riportino Schifani, per farsi benedire e soprattutto per ottenere corsie di emergenza per una legge che è spettacolare. È una legge blocca-processi. Pensate che cosa si sono inventati. Dice: “noi blocchiamo tutti quei processi per fatti commessi fino a giugno del 2002 che si trovino nella fase o dell’udienza preliminare o del dibattimento di primo grado. Naturalmente il processo Mills riguarda fatti commessi entro e non oltre giugno 2002 e nella fase del dibattimento di primo grado. E li blocchiamo per un anno. Pensate che generosità. Ellekappa ha fatto vignetta bellissima, dice: “Berlusconi è altruista. Rinuncia volentieri ai suoi processi, a vantaggio di quelli altrui”. È un samaritano, praticamente. Quelli altrui andranno avanti, i suoi resteranno bloccati. Ma assieme ai suoi, resteranno bloccati tutti quelli come i suoi. E adesso qualcuno dirà: “va beh, saranno le solite quattro o cinque questioni finanziarie di cui siete fissati voi giustizialisti”. No. Vengono sospesi obbligatoriamente i processi per: sequestro di persona, estorsione, rapina, furto in appartamento, furto con strappo, associazione per delinquere, stupro e violenza sessuale, aborto clandestino, bancarotta fraudolenta, sfruttamento della prostituzione, frodi fiscali, usura, violenza privata, falsificazione di documenti pubblici, detenzione di documenti falsi per l’espatrio, corruzione, corruzione giudiziaria – è quella di Mills – abuso d’ufficio, peculato, rivelazioni di segreti d’ufficio, intercettazioni illecite, reati informatici, ricettazione, vendita di prodotti con marchi contraffatti, detenzione di materiale pedo-pornografico, porto e detenzione di armi anche clandestine, immigrazione clandestina – pensate, dopo tutte le menate che fanno con la storia dell’immigrazione clandestina, adesso sospendono i processi – calunnia, omicidio colposo per colpa medica – tutti gli errori dei medici – omicidio colposo per norme sulla circolazione stradale vietata – tutti quelli che stendono la gente per la strada ubriachi, bene quelli non li si processa – truffa alla Comunità Europea, maltrattamenti in famiglia, incendio e incendio boschivo, molestie, traffico di rifiuti, adulterazione di sostanze alimentari, somministrazione di reati pericolosi, circonvenzione di incapace. Tutti questi, essendo puniti con pene inferiori ai dieci anni, vengono sospesi. Per sospenderne uno, l’Associazione Magistrati ha calcolato che ne sospende circa centomila.
Esempio, perché poi c’è anche un aspetto psichiatrico in questa legge. Uno straniero violenta una studentessa alla fermata del tram. Secondo esempio, uno studente cede una canna di hashish a un coetaneo. Quale processo viene sospeso e quale invece si fa subito? Si fa subito quello allo studente che ha ceduto la canna. Mentre quello dello straniero irregolare che ha violentato la studentessa viene rinviato a data da destinarsi.
Due zingarelle rapiscono un bambino. Oppure, due zingarelle rubano un pezzo di formaggio in un supermercato e uscendo la guardia giurata. Quale processo si fa per primo? Naturalmente quello alle due zingarelle che rubano il formaggio. Non a quelle che rapiscono il bambino.
Risposta numero tre. Un chirurgo in un intervento fa un grave errore e provoca la morte di un bimbo. Un giovane ruba il telefono cellulare a un coetaneo e lo minaccia con un coltellino. Quale processo si fa prima? Si fa prima quello del furto del cellulare, non quello dell’errore medico.
Esempio numero quattro. Un assessore becca una tangente per truccare appalti. Suo figlio compra un motorino rubato e poi ci cambia la targa. Indovinate quale processo viene sospeso? Naturalmente quello per la tangente. Invece quello per il motorino si fa subito.
Infine, uno straniero ubriaco a bordo di un’auto rubata investe tre pedoni sulle strisce. Oppure due parcheggiatori abusivi chiedono un euro a un automobilista e minacciano di rigargli la macchina se non glielo da. Quale processo si fa per prima? Quello al posteggiatore abusivo. Quello allo straniero ubriaco che ha steso le tre persone sulle strisce, no.
Questi sono tutti esempi che ha fatto l’Associazione Magistrati in uno studio sugli effetti di questa legge. Una legge che oltretutto non sospende i processi solo per un anno. Dice di sospenderli per un anno, poi in realtà bisognerà rimetterli a ruolo. La prescrizione si blocca per un anno. Dopodichè tutti i tempi morti, anni e anni, che richiederanno ai tribunali per rimetterli nel ruolo, farà sì che tutti quei processi sospesi per un anno riposeranno in pace e finiranno tutti in prescrizione. Compreso quello a Berlusconi.
È quello che vi dicevo prima. È facilissimo con questi esempi far vedere come, per bloccare il processo Mills, si bloccano un terzo dei processi che poi realmente si fanno – un quarto, un quinto, stiamo parlando comunque di una quota enorme – che tutte le vittime che aspettavano di avere giustizia da quei processi si dirà loro: “chi si è visto, si è visto. Perché Berlusconi esce, e quindi escono anche tutti quelli come lui”. Il conflitto di interessi è immediatamente chiaro. Lo si capisce benissimo. Il nostro interesse è che quei processi si facciano. Il suo è, ovviamente, che quei processi non si facciano perché così non si fa nemmeno il suo, che non arriva a sentenza. E lui lo sa, come sarà la sentenza. Prossima settimana vedremo, tanto la stanno scrivendo, quali conseguenze comporterà e quali balle ci stanno raccontando a proposito del Lodo Schifani Bis. Il Lodo Schifani bis stanno preparandolo, stanno decidendo quali alte cariche inserire. Perché cinque sembravano poche, quindi pare che adesso ne vogliano mettere diciannove, forse anche il presidente dell’ArciCaccia, chi lo sa, l’Esercito della Salvezza… ci sono varie istituzioni da immunizzare. E probabilmente, da quando si è messo il panama in testa, come Al Capone, e ha chiesto a un vescovo di fargli fare la comunione anche se è divorziato, è molto probabile che nel Lodo Schifani bis ci sia anche il diritto di fare la comunione almeno per i divorziati che hanno il nome che comincia per “S”, il cognome che inizia per “B” e la testa bitumata.
Grazie e passate parola."