Il Natale unisce e divide. Unisce a tavola tra tarallucci e vino, tra carne arrosto non consumata per scelta alla vigilia e bicchieri di cristallo, nonché argenteria lucidata per l'occasione. Unisce nelle sfilate a messa con le collezioni autunno-inverno svendute e/o acquistate negli outlet per quattro-cento soldi, nelle cattedrali imponenti, piuttosto che nelle chiesette. Unisce quando si tratta di fare l'albero, le spese cibo-regalo nei vari shopping e la pitta impigliata tra nuore e suocere. Unisce davanti a un film della Disney, davanti alle canzoni su cui balla un babbo natale sculettante e davanti alle luci stroboscopiche di una città epilettica. Il Natale unisce e porta via almeno per un giorno, almeno per qualcuno, i problemi di sempre. Il Natale divide. Il povero dal ricco. L'affamato dal grasso. L'ateo dal credente. Il pessimista dall'ottimista. Divide la coscienza dei popoli cristiani tra il sacro e il Profano. Divide le scelte tra l'inutile e il dilettevole. Divide la mia coscienza, felice di essere a pranzo in famiglia con la donna amata, dal mio inconscio, che fugge l'eccesso e si arrabbia e commuove davanti a una canzone ipocrita degli anni '80 che passa in background scene forti di bambini affamati con la pancia gonfia. In questa unione/separazione cerco la giusta intersezione per rendere questa giornata pregna del mio significato. Oggi mi auguro che mangiate tutto e non gettiate nulla nella spazzatura. Almeno questo. Grazie.
Auguri a tutti!
Auguri a tutti!
Che tutti i bimbi del mondo possano essere felici come questo!
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